Le associazioni e le scuole in marcia contro la mafia
Un sole splendente ha baciato un lungo corteo di bambini, ragazzi, giovani, casalinghe, operai, impiegati e anziani di Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia, i paesi che nel 1982 erano stati tragicamente definiti il "Triangolo della morte" che sono tornati a marciare come trent'anni fa contro il terrore scatenato dalla guerra di mafia, per ribadire che le mafie sono indebolite ma non sconfitte e cancellate.
Presente anche il presidente della Provincia regionale di Palermo Giovanni Avanti e i sindaci dei paesi con i loro gonfaloni. Avanti, accogliendo l'appello del Centro Studi "Pio La Torre" ha intitolato la strada provinciale n. 88 che collega Bagheria a Casteldaccia ai "Trent'anni di marcia antimafia 26 febbraio 1983 – 26 febbraio 2013".
"Un grande successo per una grande manifestazione popolare" – ha sottolineato Avanti – "ormai entrata nella storia come testimonianza antimafiosa della nostra terra. Anche gli Enti locali possono svolgere un ruolo importante nella formazione di una coscienza civica, forte e consapevole, capace di contrastare, nei fatti, nelle parole e nei più semplici comportamenti della quotidianità, una cultura della sopraffazione e dell'arroganza, del malaffare e della criminalità".
La manifestazione organizzata dal Centro Studi "Pio La Torre", d'intesa con la rete delle scuole "Bab el gherib" e l'adesione delle Comunità ecclesiali, dei sindacati, del mondo dell'associazionismo e delle amministrazioni comunali, è partita dal piazzale antistante la scuola elementare "Cirincione", da dove, come trent'anni fa, il corteo si è snodato sino a piazza Matrice a Casteldaccia, attraverso la via dei Valloni, l'arteria utilizzata come via di fuga dei killer e dai latitanti mafiosi.
"La rivolta morale e civile continua con la marcia delle nuove generazioni consapevoli e portatrici di una nuova antimafia più ampia e trasversale" – afferma il presidente Vito Lo Monaco presidente dal Centro studi La Torre - "esse raccolgono e rilanciano una memoria condivisa di quei tragici fatti e lanceranno il loro monito alla classe dirigente perché ogni suo legame economico, sociale, istituzionale, politico, con le mafie sia spezzato".
La partecipazione è stata ampia e massiccia, tanti erano studenti trent'anni fa alla prima marcia e adesso sono presenti come genitori insieme ai propri figli delle scuole elementari, medie e superiori dei tre paesi con alla testa due dei presbiteri, don Francesco Stabile e don Cosimo Scordato che anche allora erano stati tra gli animatori della ribellione contro il potere mafioso.
"Ci sono 30 anni di testimonianza che abbiamo portato avanti" – dichiara don Cosimo Scordato - "c'è un martirio di padre Puglisi, c'è una Chiesa che ha preso sempre coscienza di questa incompatibilità tra il Vangelo e il fenomeno mafioso che ne è la negazione più radicale. A 30 anni di distanza è cresciuta la società civile, sono cresciute le comunità politica, almeno ci auguriamo, ed è cresciuta la consapevolezza dell'ecclesialità nostra e del nostro modo di sentirci chiesa alternativa alla società mafiosa".
A conclusione della marcia hanno preso la parola i rappresentanti degli alunni delle scuole che simbolicamente hanno raccolto il testimone dei protagonisti della marcia di trent'anni fa.
"Oggi è un giorno di festa perché in corteo contro la mafia, oltre alla società civile, ci sono sindaci e autorità" - dice Angelo Capitummino – "è un avanzamento nella lotta alla mafia, ma non vuol dire che sia stata vinta".
Alla marcia era presente anche l'amministrazione comunale di Altavilla Milicia con il Sindaco Nino Parisi e il vice sindaco Giuseppe Petrancosta. Presente anche la consulta giovanile altavillese e l'ONVGI di Altavilla Milicia.