I carabinieri del Comando Provinciale di Palermo e del Ros hanno eseguito provvedimenti cautelari nei confronti di 21 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, rapine, detenzione illecita di armi da fuoco, scambio elettorale politico mafioso e traffico internazionale di stupefacenti.
L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli, ha disarticolato il mandamento mafioso di Bagheria, storica roccaforte di Cosa nostra. Oltre ai capi della cosca sono stati arrestati il reggente e il cassiere del mandamento e i capi delle famiglie mafiose di Villabate, Ficarazzi e Altavilla Milicia. Le indagini hanno dimostrato come ancora l'organizzazione mafiosa sia strutturata secondo il tradizionale assetto verticistico. Continuano ad essere usati inoltre i vecchi rituali di affiliazione: la ''punciuta'' e la presentazione dei nuovi affiliati ai mafiosi piu' anziani. In un'intercettazione ambientale, un uomo d'onore, discutendo con un altro affiliato, paragona le nuove leve a giovani cavalli da trotto, da addestrare - se necessario - anche ricorrendo alle maniere forti: ''quando vedi che nella salita fanno le bizze...piglia e colpisci con il frustino....sulle gambe...che loro il trotto non lo interrompono...purtroppo i cavalli giovani cosi' sono'', dice.
Le indagini hanno inoltre messo in luce una mafia aggressiva e sempre piu' camaleontica che, se da una parte continua a vedere nell'imposizione del pizzo la manifestazione piu' visibile della sua autorita' sul territorio, dall'altra e' consapevole che, complice anche la crisi economica, e' piu' che mai necessario ricorrere ad altre fonti illecite di guadagno, come, ad esempio, la gestione del gioco d'azzardo. Resta forte la capacita' del clan di condizionare le dinamiche politico-elettorali locali. E' stato accertato, infatti, un patto tra alcuni mafiosi di Bagheria e un candidato alle scorse elezioni amministrative regionali che aveva ad oggetto la promessa di voti in cambio di danaro. Dall'inchiesta, infine, condotta con la collaborazione della Royal Canadian Mounted Police, e' emersa l'esistenza di un raccordo operativo nel settore degli stupefacenti tra Cosa nostra bagherese e la famiglia mafiosa italo-canadese dei Rizzuto. Documentata, inoltre, la situazione di instabilita' interna alle organizzazioni canadesi, degenerata negli ultimi anni in numerosi omicidi. Nell'ambito del blitz sono stati sequestrati beni per oltre 30 milioni di euro. Si tratta di beni mobili, immobili e complessi aziendali tra cui locali notturni della movida palermitana, agenzie di scommesse, imprese edili e supermercati.(ANSA).
La retata si è svolta questa notte, a svegliare gli altavillesi alcuni elicotteri che volava basso e le sirene dei mezzi dei Carabinieri e Polizia, almeno una trentina. Tra gli 21 arrestati ci sono cinque uomini di Altavilla Milicia. I fermi si sono verifacati tra le 3 e le 4 del mattino. Oltre ai cinque arrestati sono stati portati in questura diverse altre persone per essere interrogati e successivamente rilasciati.