Data Stampa: 04/02/2014 15:25:18
Pagina: https://www.altavillamilicia.com/newsDet.asp?idNews=1392&t=il-sindaco-parisi-risponde-alle-accuse-del-pentito-gennaro
Il Sindaco Parisi risponde alle accuse del pentito Gennaro
Dalle pagine de "La Repubblica, edizione Palermo", della scorsa domenica, è apparsa un lungo articolo in cui "l'ultimo pentito di mafia accusa il sindaco". Il pentito in questione si tratta di Vincenzo Gennaro arrestato in occasione della retata di inizio maggio chiamata Argo che portò all'arresto 21 persone tra cui sei di Altavilla Milicia.
Secondo l'articolo de "La Repubblica", firmato da Salvo Palazzolo, Gennaro afferma che "Nino Parisi mi promise lavori in cambio di voti". I lavori in questioni sono quelli relativi la riqualificazione urbana della zona sud est di Altavilla Milicia. Continua l'articolo dicendo che durante l'interrogatorio, viene chiesto a Gennaro: "Ma Parisi sapeva che lei faceva parte della famiglia di Altavilla?". Lui risponde: "Lui non lo sapeva, questo glielo posso garantire, almeno io non gliel'ho detto mai, però il padre Salvatore è normale che lo capiva."
Gennaro oltre ad accusare l'attuale Sindaco di Altavilla Milicia, Nino Parisi e il padre mira anche sui voti di Carmela Lombardo, presidente del Consiglio Comunale.
Alle accuse risponde con forza Nino Parisi che non li accetta e replica duramente:
Apprendo con sgomento la notizia apparsa sul Vostro quotidiano, – Replica Nino Parisi all'articolo di La Repubblica - nell'edizione di Palermo, i cui contenuti espongono me e la mia famiglia a una terribile gogna mediatica senza, fra le altre cose, concedermi alcun diritto di replica, visto che mai il Vostro cronista, dott. Salvo Palazzolo, ha ritenuto di dovermene dare la possibilità almeno contattandomi. Ovviante tutto questo, al di là delle dichiarazioni fantasiose rese dal geom. Gennaro ai magistrati o dai commenti che ha ritenuto di dovere aggiungere il cronista, sarà oggetto di valutazione da parte dei miei avvocati per procedere alla tutela della mia integrità morale e della mia dignità che posso dimostrare con il conforto degli atti, a chiunque e in ogni luogo, contro ogni forma di diffamazione e a tutela della mia onorabilità.
Premetto che conosco, come tutti in paese, il geom. Gennaro Vincenzo e di non avere mai avuto con lui rapporti di particolare vicinanza ne mai ho avuto la percezione che potesse essere un mafioso, cosa che lo stesso non ha mai lasciato intuire anche per la sua riconosciuta cordialità nei confronti di tutti i cittadini. Diversamente da come riporta il suo giornale, non è un imprenditore bensì un geometra che cura la sicurezza nei cantieri. Tutti sanno che non viveva una situazione economica brillante ma, al contrario che sbarcava il lunario proponendo prezzi vantaggiosissimi, anche al di sotto del 50% rispetto gli altri professionisti, per eseguire l'incarico di addetto alla sicurezza nei cantieri di edilizia privata. Per questo era preferito agli altri a tal punto, da essere stato presente in quasi tutti i cantieri di edilizia privata del paese.
Respingo con forza le dichiarazioni rese dal geom. Gennaro mediante le quali, pur di accreditarsi, fruire di uno stipendio sicuro e godere della libertà, mi accusa di avergli promesso incarichi nei lavori di riqualificazione urbana in cambio di voti. Non l'avrei mai potuto fare per due motivi ben precisi: 1) Il sindaco non ha alcuna discrezionalità nel conferimento di incarichi a professionisti esterni, che sono di esclusiva competenza del Funzionario responsabile del settore tecnico; 2) Nello specifico, trattandosi di lavori finanziati dal CIPE, tale adempimento deve essere preventivamente autorizzato dal Provveditorato delle Opere Pubbliche di Sicilia e Calabria che può rivolgersi anche risorse interne. Faccio presente che tale incarico, il cui importo si aggira più o meno a circa duemilacinquecento euro o poco più, non è stato mai conferito a nessuno fino a oggi poiché la figura prevista non è stata ritenuta essenziale dal nostro Ufficio tecnico. Alla stessa maniera riferisco che le terminologie ti faccio lavorare come un pazzo.... sbarazzati... non fanno parte del mio vocabolario. Mi auguro che io sia stato sottoposto a intercettazione in quel periodo al fine di verificare se tali termini mi appartengono. Non ho mai promesso nulla in cambio di voti a nessuno e questo lo riconfermo e non temo smentita. La mia lista civica si è imposta con più di mille voti di scarto ed era nell'aria tale vittoria schiacciante. Così come nelle elezioni precedenti ci eravamo imposti con lo stesso risultato quando il geom. Gennaro e il capomafia sostenevano, alla luce del sole e fortemente, l'altra lista concorrente.
Posso dimostrare di avere vissuto la mia vita sempre alla luce del sole, sempre nella trasparenza e nella legalità, e di non avere mai arrecato vantaggi alla mafia. Lo dimostrano tutti gli atti adottati fino ad ora e tutti i provvedimenti, anche estremi, che quest'amministrazione ha posto in essere contro i mafiosi.
Le dichiarazioni del geom. Gennaro, il cui elettorato altavillese è limitato comunque al suo solo nucleo familiare, li ritengo solo e esclusivamente una ritorsione che aspettavo da un momento all'altro, una vendetta nei miei confronti poiché qualche giorno dopo il suo arresto la moglie, accompagnata dal figlio, sono venuti nel mio ufficio della sede comunale a richiedere il pagamento di quella asserita prestazione professionale. Con garbo e serenità, dopo avere fatto eseguire i dovuti accertamenti di ufficio, ho riferito alla signora Gennaro e al figlio che il geom. Gennaro nel corso del mio mandato amministrativo non aveva mai ricevuto alcun incarico. Fu così che la signora, in maniera sottile e lasciando intuire quello che adesso è successo, mi rispose in maniera scomposta. Della vicenda informai immediatamente, a suo tempo, il comandante della locale stazione dei Carabinieri.
Non entro nel merito dei cottimi fiduciari che cita il Geom. Gennaro, poiché nessun cottimo fiduciario è stato appaltato da questa amministrazione in quel periodo e fino ad ora, ne, a maggiore ragione, prima del suo avvenuto arresto. Probabilmente il geom. Gennaro si riferisce ad altri periodi amministrativi lontani da questo, fra il 1998 e il 2008 e fra il 2008 e il 2011, nei quali gli incarichi effettivi e probabilmente anche fittizi non gli sono di certo mancati. Saranno gli organi preposti a valutare tutti gli atti e trarne le dovute conseguenze, mi auguro, con il massimo equilibrio.
In riferimento al Presidente del Consiglio comunale, che il Vostro articolo pone in bella evidenza come cugina del capomafia, posso aggiungere che non è ancora in vigore il reato di parentela ne tanto meno lo scrivente ha mai richiesto a tale soggetto appoggi elettorali e ancor di più in cambio di favori. Preciso che la persona indicata come capo mafia, e anche chi l'ha preceduto in questo ruolo, o meglio i loro parenti diretti o indiretti, da circa quarant'anni si sono accreditati perchè attivamente presenti nelle amministrazioni comunali, anche con cariche di rilievo, e storicamente fianco a fianco per dieci anni anche con figli di magistrati. Eppure nessuno ha mai avuto nulla da ridire. Per caso prima non erano mafiosi?
Nello specifico, se l'appoggio all'attuale Presidente del consiglio c'è stato, come è scritto nell'articolo, è certamente di molto successivo nel tempo, all'adesione di quest'ultima alla mia lista che è avvenuta nel mese di novembre 2011, mentre le elezioni si sono tenute nel maggio successivo, Ciò in virtù del fatto, conosciuto in paese, che nel periodo pre-elettorale lo stesso attendeva la ricandidatura del cugino a sindaco, così come era avvenuta nel 2008, quando, a suo dire, il candidato di riferimento era stato trombato perché non adeguatamente sostenuto dagli esponenti più rappresentativi della sua stessa lista. Una volta decaduta la candidatura del cugino a sindaco, come segno di ritorsione, rivolse in maniera naturale le sue attenzioni alla lista in contrapposizione.
Non porto rancore al geom. Gennaro, in quanto comprendo la sua esigenza di doversi accreditare e, in questi casi, se il bersaglio diviene un sindaco, questo rende le cose molto più semplici ai giorni di oggi. Ne ho solo compassione perché ritengo che il suo “Pentimento” è dettato dalla sua precaria situazione economica che in qualche maniera gli creava forti disagi nel fare fronte alle cure di un figlio affetto da una malattia.
Per chiarezza dei lettori aggiungo che se avessi stabilito un pactum sceleris con il geom. Gennaro o con chiunque altro, avrei potuto operare liberamente dal momento che mi sono insediato nel maggio del 2012 mentre gli arresti sono stati eseguiti quasi un anno dopo.
Quello che posso dire e che nessun incarico, o affidamento, è stato mai eseguito nei confronti di mafiosi o presunti tali anzi, a conferma di ciò, posso citare un'ordinanza di demolizione adottata nei confronti di parenti di uno degli arrestati e la delibera di giunta, precedente gli arresti, con la quale il comune ha stabilito di costituirsi parte civile nei processi di mafia per reati consumati nel territorio altavillese.
Aggiungo anche che non mi pare che ai mafiosi, prima del loro arresto, venga tatuato un segno di riconoscimento e io non possiedo doti premonitorie ne capacità sensitive tali, da potere distinguere una persona perbene da un ipotetico avanzo di galera, anche perché questi soggetti per decenni erano stati accreditati presso le istituzioni senza che nessuno avesse mai avuto nulla da ridire. Farebbe bene il geom. Gennaro a fare chiarezza su fatti che lo riguardano nei rapporti con amministrazioni precedenti evitando di dire il falso solo per vendicarsi nei confronti di chi non lo ha agevolato e sostenuto seppure, come lui stesso dice, inconsapevole della sua posizione di malavitoso.
Se volete chiedermi in cosa ho fiducia in questo momento, posso dire di avere fiducia solo in me stesso e in nient'altro. Non è un bel vivere quando sei attaccato da più fronti contrapposti fra di loro e sei costretto a difenderti da quello che non commetti. Sono pronto ad affrontare il mio destino con serenità e dignità ma anche certo di potermi difendere dalle illazioni suscitate da vendette da parte di chi vuole togliermi oltre alla tranquillità anche la mia dignità. La mafia ha molti mezzi per vendicarsi di chi ne contrasta le azioni e gli uomini non si uccidono solo sparandogli addosso. Come spiegare il repentino pentimento di un soggetto, tutto sommato disperato, e con un intera famiglia senza alcun reddito da sostenere, altrimenti in mezzo alla strada?
Altavilla Milicia lì 02/02/2014
Nino Parisi, sindaco di Altavilla Milicia
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- Categoria: Cronaca
- Data: 04/02/2014