Data Stampa: 23/06/2020 10:44:00
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A proposito del saggio “Uomini, lavoro e fede”
Ricorre in questo mese di giugno il quindicesimo anniversario della presentazione del libro “Uomini, lavoro e fede” di Gaetano Brancato, Salvatore Brancato e Vito Scammacca, il primo testo che ha ricostruito, attraverso un’analisi dettagliata delle fonti, la storia del feudo della Milicia e della fondazione del paese di Altavilla.
Quanti erano presenti rammentano la sala attigua al Santuario stracolma di un pubblico attento e curioso di ascoltare gli autori e i relatori, di scoprire e conoscere le antiche vicende di questo territorio. Molti ricordano la straordinaria relazione sulla storia della canna da zucchero della professoressa Rosa Maria Buccellato, e gli interventi del professore Gaetano Dentici, modernista e del professore Giuseppe Bonaffini, esperto di incursioni corsare. Erano presenti, l’allora sindaco di Altavilla Mìlicia, dott. Salvatore Scaletta, l’assessore alla Pubblica Istruzione, dott. Salvatore Cirone, il Prefetto della Repubblica della Provincia di Messina, dott. Stefano Scammacca, l‘assessore alla P.I. della Provincia di Palermo, dott. Enzo Gargano, e il rettore pro tempore del Santuario della Madonna della Milicia, don Liborio Scordato.
Il saggio, pubblicato nell’edizione a cura del Comune di Altavilla, è un lavoro di ricerca archivistica e bibliografica che ripercorre la memoria della terra della Mìlicia Sottana nello spazio di tempo compreso tra il 1398 e il 1715. Il feudo della Mìlicia da masseria divenne cannameleto, luogo di produzione, raffinazione e vendita della canna da zucchero con le famiglia Bellacera, Centelles e Galleti.
La “Saccharum officinarum” caratterizzò, dalla seconda metà del Quattrocento ai primi del Seicento, il paesaggio e le attività produttive del territorio; ne erano segno i pezzi di terreno squadrati e occupati dalle cannamele, il castro con trappeto, la torre con annesso fondaco, il commercio dello zucchero e una quantità ragguardevole di manodopera coinvolta nelle varie fase dei lavori. Il territorio, pur essendo esiguo per estensione, era prezioso per l’abbondanza delle acque, per la presenza dello “scarro de la playa” del fiume Mìlicia e per la vicinanza alla città di Palermo. Terminata la filiera dello zucchero, il feudo fu acquistato da Francesco Maria Beccadelli di Bologna, il quale, ottenuto nell’anno 1621 il “privilegium habitandi”, vi costruì la nuova terra (comune) di Altavilla, puntando sulla coltura della vite.
Per noi questa ricorrenza è anche l’occasione per ricordare la figura del professore Gaetano Brancato (1930-2005), Preside nelle Scuole Medie Statali, componente dell’Istituto Storico Siciliano, ricercatore instancabile e punto di riferimento per diverse generazioni di altavillesi. Il professore Brancato ha curato con abile perizia le ricerche di archivio su Altavilla e su alcuni centri limitrofi, pubblicando articoli e testi di storia, frutto di un lavoro continuo e sapiente. Ha elargito la ricchezza del suo sapere con grande semplicità e consapevolezza, mostrando sempre un atavico e profondo legame con la Sicilia.
A lui e al dottore Vito Scammacca, prefetto della Repubblica, va il nostro grato omaggio per averci restituito la memoria della comunità altavillese, per avere iniziato gli studi sulla Mìlicia e sul suo Santuario, proseguiti dallo storico Salvatore Brancato con grande rigore scientifico. (AKI)
- Categoria: Cultura
- Data: 23/06/2020