Data Stampa: 25/09/2009 18:43:06
Pagina: https://www.altavillamilicia.com/newsDet.asp?idNews=528&t=estorsioni-in-un-cantiere-edile-nel-palermitano-arrestati-due-boss
Estorsioni in un cantiere edile nel Palermitano, arrestati due boss
Due arresti stamane all'alba nel Palermitano da parte dei carabinieri del comando provinciale di Palermo. Gli arrestati sarebbero affiliati alla cosca mafiosa di Bagheria. Si tratta di Pietro Giovanni Flamia e Giorgio Provenzano, ritenuti responsabili del reato di tentata estorsione aggravata e continuata in concorso.
Il provvedimento cautelare scaturisce dalle indagini avviate nel 2007 in seguito a numerosi episodi di danneggiamenti ai danni di cantieri edili dell’area bagherese. Flamia e Provenzano sarebbero gli autori di una estorsione ai danni di una grossa società edile di Bagheria impegnata nella costruzione di numerose abitazioni in quel comune ed altri limitrofi. I due avevano rivolto al titolare della ditta reiterate richieste di pagamento di somme di denaro per un valore di oltre 50mila euro, ovvero circa tre mila euro per ogni appartamento.
Le indagini si sono concentrate soprattutto nei confronti di una società impegnata nella costruzione di numerosi appartamenti nel territorio di Bagheria, Altavilla Milicia, Santa Flavia e Palermo che era stata oggetto di numerosi danneggiamenti ed atti intimidatori. Le attività di intercettazione hanno consentito ai militari di registrare importanti conversazioni che hanno permesso l’identificazione dei due soggetti che si erano presentati per richiedere la cosiddetta “messa a posto”. Il successivo sequestro di un cantiere ad opera del corpo forestale dello Stato ha costretto i due pregiudicati, affiliati alla locale famiglia mafiosa, a soprassedere con le loro richieste estorsive. Tuttavia la notevole mole di informazioni acquisite dai carabinieri, ha consentito di accertare l’ascesa di un nuovo boss, da poco scarcerato, che si stava organizzando per assumere il comando dell’importante mandamento mafioso. Si tratta di Giuseppe Scaduto che, scarcerato a giugno del 2007, ha iniziato ad imporsi sul territorio attraverso l’indiscriminata imposizione del “pizzo” nei confronti di imprenditori e commercianti dell’intera area, scalzando i concorrenti e riuscendo definitivamente a consolidare il suo potere anche manifestando intenti omicidiari nei confronti di coloro che reputava suoi avversari. Questi nuovi elementi hanno così permesso ai carabinieri di avviare quella prima parte dell’indagine “Perseo” che ha portato, nell’arco di un anno, all’arresto di ben 99 tra capi e gregari appartenenti ai mandamenti mafiosi della provincia di Palermo, principalmente impegnati nel processo di riorganizzazione della cosiddetta “cupola mafiosa”.
Ed in occasione di quest'ultimo arresto dal colonnello Teo Luzi, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, parte nuovamente l’appello a tutti i commercianti e imprenditori a non aver paura e denunciare le estorsioni che subiscono. "L’operazione di questa mattina condotta a Bagheria dal nucleo investigativo dei carabinieri è un’ulteriore dimostrazione di come oramai agli imprenditori convenga denunciare il pizzo. - ha detto - Le forze di polizia hanno maturato una tale esperienza nel settore che sono perfettamente in grado di proteggere coloro che denunciano e i loro beni aziendali. Oggi esistono delle norme che favoriscono ogni tutela personale e che offrono incentivi economici da parte dello Stato a favore di coloro che decidono di denunciare. I recenti colpi inferti a cosa nostra dai carabinieri e dalle altre forze dell’ordine, dimostrano che il momento storico in cui viviamo è assolutamente favorevole per uscire dalla morsa del racket. Oggi gli imprenditori che hanno fatto questa scelta sono diverse decine: rivolgiamo quindi nuovamente l’appello a tutti coloro che continuano a pagare il pizzo, e che quindi ne sono le vere vittime, a recarsi presso gli uffici di polizia per denunciare casi d’intimidazione. Li invitiamo ad aver fiducia delle forze di polizia e della magistratura e di affidarsi alla protezione delle istituzioni. Ricordo che solo nell’ultimo anno i carabinieri hanno tratto in arresto oltre 200 presunti mafiosi”.