Data Stampa: 29/11/2009 10:17:27
Pagina: https://www.altavillamilicia.com/newsDet.asp?idNews=563&t=droga-nel-mirino-i-giovanissimi
Droga, nel mirino i giovanissimi
Cresce l'allarme droga tra i giovanissimi. Lo scorso febbraio, il caso del baby pusher che a soli otto anni forniva le dosi ai consumatori casteldaccesi ha indotto gli assessori alle politiche giovanili di Casteldaccia, Bagheria, Santa Flavia, Ficarazzi e Altavilla Milicia a firmare documento di "presa di coscienza" e "mobilitazione". Con quel documento i cinque comuni si impegnavano ad attuare una serie di incontri con esperti al fine di stabilire una strategia comune per la lotta al fenomeno della droga fra i più giovani.Giovedìi il primo incontro presso i locali della scuola media Capuana di Casteldaccia, alla presenza del sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, Il vicesindaco di Bagheria, Antonio Passarello , gli assessorialle politiche giovanili di Casteldaccia e Santa Flavia, Vincenzo Accurso e Maria Rita Guagliardo, e l'assessore alle politiche sociali di Bagheria, Filippo Tripoli. Assenti i rappresentanti dei comuni di Altavilla Milicia e Ficarazzi.
Il quadro è ben descritto da Davide Giacalone, giornalista e saggista, autore di diversi libri sull'argomento droga e da trent'anni impegnato nella lotta e nello studio della diffusione della droga fra i giovani. Tre sono le principali aree coinvolte nel suo intervento: le leggi antidroga, l'intervento pubblico e le realtà sociali. "Le ultime leggi antidroga – spiega Giacalone – affrontano il problema in maniera errata. Si concentrano sul soggetto senza scavare a fondo per scoprire quali sono le cause che portano il soggetto a drogarsi. Queste leggi, che tollerano le modiche quantità per uso personale, seguono un ragionamento fallimentare: "è drogato, non facciamolo diventare criminale". E così, per non infangare la fedina dell'individuo lo si lascia drogare. Tanto è per uso personale.
"L'unica grande forza capace di aiutare i tossicodipendenti a guarire definitivamente – continua Giacalone - sono le comunità di recupero. Queste però devono autofinanziarsi e spesso ci riescono a stento. La spesa pubblica a favore della comunità è bassissima e lo Stato, attraverso un finanziamento annuo di 3 miliardi di euro alla sanità pubblica, preferisce finanziare le Sert, che altro non sono che centri di distribuzione di droga legale e gratuita. Le Sert non attuano una cura per uscire dalla dipendenza. Semplicemente sostituiscono le droghe con altre droghe. Se prima eri un eroinomane, oggi sei un drogato di metadone. Inoltre le Sert non hanno nessun tipo di controllo sul drogato e non possono fare nulla se questi decide di tornare a "farsi"".
A questo punto, Giacalone arriva al nocciolo della questione. Perché moltissimi giovani si drogano? "I primi a doversi accorgere che qualcosa non va sono i genitori, ma questi nella maggior parte dei casi hanno rinunciato culturalmente a svolgere il ruolo autoritario di genitore. E' una deresponsabilizzazione che i ragazzi pagano molto cara. I genitori spesso credono che il ruolo di educatore sia da attribuire alla scuola, che invece ha come unico obbligo quello di trasmettere cultura. Questi genitori tendono a diventare sindacalisti dei figli, partendo dalle piccole cose, come i ricevimenti a scuola dove spesso si ritrovano a difendere a spada tratta i loro figli, giustificandone brutti voti e cattiva condotta. Per arrivare poi ai casi in cui un genitore, una volta scoperto che il figlio si droga si dice "beh, non è grave" e magari esce a comprargli la dose".
Il lungo intervento di Giacalone si conclude con una riflessione che esula dai punti di vista da cui era stato trattato il problema: "Se i luoghi in cui hanno maggiore diffusione le droghe, come per esempio le discoteche, venissero resi detestabili agli occhi dei giovani che oggi seguono in massa il richiamo di questi luoghi, avremmo debellato il problema".
L'incontro termina con un auspicio da parte dell'assessore Vincenzo Accurso, ideatore dell'iniziativa: "Spero che venga tenuta seriamente in considerazione la nascita di una collaborazione fra i nostri comuni affinchè si arrivi a una strategia vincente contro il fenomeno droga. E mi auguro che questo sia solo il primo di tanti passi verso la realizzazione di questa strategia che richiederà la collaborazione e la mobilitazione di tutti i comuni interessati".
Alessandro D'Ugo (90011.it)