Data Stampa: 15/06/2011 17:27:52
Pagina: https://www.altavillamilicia.com/newsDet.asp?idNews=759&t=i-ruderi-di-unantica-chiesa-normanna-in-totale-abbandono
I ruderi di un'antica chiesa normanna in totale abbandono
Si stagliano su una collinetta che sovrasta l'autostrada Palermo-Catania, in contrada 'Chiesazza', fra gli svincoli di Altavilla Milicia e Trabia, alla vista quotidiana di migliaia di automobilisti, pochi ruderi di pietra tufacea, simili ai resti di una masseria o di una fortificazione. Pochi conoscono esattamente l'origine di quei ruderi.
Si tratta, in realtà, di ciò che ancora rimane in piedi di una delle chiese normanne di Sicilia più antiche: San Michele di Campogrosso, nella denominazione corrente, o Santa Maria di Campogrosso, secondo i più attenti studi critici, frutto di ricerche documentarie ancora oggetto di approfondimento.
La storia di questo edificio, oggetto di studio da parte di specialisti dell'arte come Guiotto, Di Stefano, Bellafiore e Zoric, affonda le sue origini alla fine del secolo XI, quando i Normanni completarono la conquista della Sicilia sino ad allora in mano araba; la tradizione vuole che San Michele Campogrosso sia nata in quest'area della campagna palermitana, subito dopo la vittoria normanna contro le armate musulmane (1068), nella vicina Misilmeri, quattro anni prima la presa di Palermo.
Alle preziose strutture della chiesa - ad unica navata con tre absidi - sarebbero state annessi gli ambienti di un cenobio dell'ordine di San Basilio, e quelli di una vicina 'grancia', un'azienda agricola gestita dagli stessi religiosi nel cuore di quella che, all'epoca, era la foresta di Bagheria.
Sia del cenobio che della 'grancia' non vi sono oggi più tracce visibili; resiste ancora nella vallata sottostante alla collinetta, invece, un ponte ad unica arcata denominato in loco come 'ponte saraceno', anch'esso di età normanna e anch'esso bisognoso di urgenti interventi di restauro.
Il declino dell'ordine basiliano in Sicilia prima, e le frequenti incursioni barbaresche lungo la costa palermitana dopo - specie nel secolo XVI, quando l'edificio subì una ristrutturazione ed una successiva demolizione - hanno contribuito alla completa rovina della storica chiesa normanna.
Dopo un consolidamento eseguito nel 1895 dalla Regia Soprintendenza all'Arte Medioevale e Moderna della Sicilia ed il suo affidamento al Comune di Altavilla Milicia, l'edificio - incluso nella lista dei monumenti sottoposti a vincolo architettonico e paesaggistico - ha sofferto le conseguenze di un colpevole abbandono.
Nel 2000, un progetto di restauro conservativo firmato dall'amministrazione comunale miliciota è stato bocciato dalla Soprintendenza ai BB. CC. AA di Palermo; così, le antiche strutture di questa antica chiesa normanna rimangono in stato di colpevole degrado, alla mercè dei crolli e delle spoliazioni dei conci di tufo.
Le pietre, ad uno sguardo più attento, conservano ancora i segni scolpiti dai lapicidi di età normanna, a riconoscimento della propria opera personale: firme che ancora oggi suggeriscono l'antico impegno dell'uomo, e la cui tutela rafforza l'esigenza di tutelare i millenari resti di San Michele o Santa Maria Campogrosso.
Articolo di Ernesto Oliva