Inaugurato centro aggregativo in ex villa-bunker mafiosa
Palermo 21 luglio 2012. Palloncini colorati liberati nel cielo da trenta bambini di Altavilla (Palermo). Sono stati loro, infatti, i primi ad entrare nel nuovo centro aggregativo del paese inaugurato, ieri sera, nell'ex villa dell'imprenditore affiliato alla famiglia mafiosa di Bagheria, Salvatore Geraci. Un paradiso - bunker, costruito senza alcuna logica ambientale, sul mare, in mezzo alle rocce di uno tra gli angoli più suggestivi della costa palermitana. Trecento metri quadri su tre piani circondati da una lunga muraglia (con casotto per la sorveglianza armata), sovrapposti, a tratti, nella roccia naturale usata, in spregio a qualsiasi regola, anche come ornamento per la vasca idromassaggio o come cornice naturale di una piscina panoramica.
Dopo la morte dell'imprenditore ucciso per una faida interna all'organizzazione mafiosa nel 2004 e il sequestro del bene da parte dello Stato, la villa, come accade sempre in questi casi, è stata saccheggiata e vandalizzata fino all'inizio di quest'anno quando è stata assegnata al Consorzio Ulisse, che ha iniziato un lavoro di recupero, aiutato dalle due maggiori centrali cooperative: Legacoop e Confcooperative. "Oggi questo bene - ha detto Davide Ganci, presidente del Consorzio Ulisse - viene ufficialmente restituito al territorio ed alla collettività. Per tutta l'estate, nelle terrazze esterne, verranno organizzate iniziative artistiche e culturali. In futuro, dentro la villa, sorgerà invece un ostello della gioventù per fare incontrare giovani di tutto il mondo".
Dieci stanze, sale comuni, marmi e parquet pregiati, discesa privata al mare e ad una splendida grotta naturale, la villa che da ieri porta il nome significativo di "Cambio Rotta", potra' ospitare fino a trenta posti letto. "Si parla tanto di questi tempi, dell'ipotesi di vendere i beni confiscati - ha sottolineato il presidente nazionale di Legacoop Giuliano Poletti - Questo posto è la dimostrazione di quanto sia pericolosa e sbagliata questa strada. E' forse ragionevole che qualcuno possa appropriarsi di questo mare? Se questo bene fosse venduto - ha aggiunto Poletti - questa comunità sarebbe più povera non più ricca e noi tutti avremmo perso clamorosamente un'opportunita"'.
Dure le parole di Rosa La Plena, una dei consulenti di Legacoop nazionale per i progetti sui Beni confiscati alla mafia. "Esiste - ha denunciato - un'Agenzia per i beni confiscati ma dopo 2 anni, il lavoro ancora non si vede. C'è bisogno dell'impegno di tutti per fare funzionare la legge e per riuscire a mantenere i posti di lavoro delle aziende confiscate. Solo così possiamo dare il segnale che stare dalla parte dello Stato conviene più che stare dalla parte della mafia".
Tra i presenti anche Emanuela Giuliano, figlia del capo della Squadra mobile, Boris Giuliano ucciso alle spalle da Leoluca Bagarella 33 anni fa. Era il 21 luglio del 1979. Anche Emanuela si occupa oggi di Beni confiscati, monitorandone l'utilizzo come dirigente della Regione Sicilia. "Sono molto emozionata - ha detto - perchè vedere un posto come questo che torna a nuova vita è una grande successo per la nostra terra. Purtroppo, ancora, in Sicilia circa il 50 per cento dei beni confiscati resta inutilizzato".
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